Non abbiate paura
di scoprirvi fragili ed impauriti, fermatevi e date voce ai vostri dubbi. Parlate con professionisti, confrontatevi con le persone che amate, ascoltate le vostre emozioni e condividetele come avete sempre fatto. Non chiudetevi in voi stessi e soprattutto non permettete alle vostre fantasie o immaginazioni negative di prendere il sopravvento e di trasformare la paura per l’ignoto in panico. Ignorare la gravità del momento, oppure lasciarsi prendere dal panico, sono reazioni mosse da una gestione alterata della paura e devono trovare un equilibrio.
L’uomo è un animale sociale per natura, ha bisogno della relazione con l’altro, del contatto visivo oltre che vocale, di scambi con le persone che ama. Attiviamoci ad utilizzare Skype in video, oppure WhatsApp Video o FaceTime o qualunque altro strumento mediatico che permetta un contatto visivo oltre che uditivo. Noi siamo corpo, espressione mimica, sguardo ed emozione che sentiamo il bisogno di scambiare e condividere. Restare a distanza e non uscire di casa non è sinonimo di chiusura relazionale e affettiva.
Isolamento e solitudine non sono sinonimi. In questo momento di giusta e doverosa distanza sociale è necessario lavorare per recuperare vicinanze affettive, lavorare per trovare il modo di ripristinare e riattivare contatti umani tra familiari e amici lontani. Guardarsi in faccia fa la differenza, ci si sente più vicini e meno isolati. Accendete i telefoni in modalità video e raccontatevi di più: guardarsi negli occhi aiuta a sentirsi meglio, a sentirsi accolti, capiti, amati. Di questo abbiamo bisogno: sentirci vicini, insieme. Condividete piccole gioie e quotidiane esperienze… ascoltate le fragilità di chi vi parla, sostenetelo, progettate insieme soluzioni e sogni da realizzare. Escogitate un modo nuovo di gioire!
Spegnete ogni tanto la tv e accendete Skype, andate a fare visita virtuale a chi sapete essere solo, o a chi vi fa piacere incontrare. Svuotare le piazze e riempire le chat: oggi diventa un impegno sociale più che un dovere. Soprattutto i giovani, che seppur più resistenti al virus potrebbero diventare portatori per i loro genitori anziani, dovrebbero organizzarsi in video chiamate di gruppo imparando a condividere a distanza i loro momenti di confronto o scambio: aperitivi e cene on line, potrebbero diventare momenti di svago comunque condivisi. E molti “giovani anziani” che spesso escono di casa perché spesso soli e bisognosi di contatti umani, mettendo a rischio la loro vita e quella altrui, chiedano aiuto ai figli o ai nipoti, a casa da scuola, per farsi spiegare come utilizzare gli strumenti mediatici a disposizione e vivere l’isolamento non più in solitudine. Telefonatevi e cercatevi.
Abbiamo bisogno tutti di tutti, abbiamo bisogno di poter esprimere ciò che sentiamo, abbiamo bisogno di sentirci amati e sostenuti. La paura blocca, zittisce. Tutti con gli occhi su bollettini e ultime notizie. Riprendiamo a parlare e ad incontrarci on line, riprendiamo a chiacchierare anche di altro, quell’altro che è la nostra Vita e che non deve smettere di interessarci ed impegnarci a costruire. Come molti colleghi anche noi ci siamo, a disposizione per consulenze telefoniche, mail o su Skype: stefania.fioruzzi.
Cerchiamo di dare vita al nostro bambino interiore e recuperiamo speranza e fiducia in un futuro che oggi ci spaventa. Scienziati e medici di tutto il mondo stanno lavorando per tutti noi ed anche questo momento, presto, resterà un brutto ricordo. Atteniamoci ai consigli degli esperti e rispettiamoli: stare in casa può essere molto piacevole.
I professionisti sono tutti in campo, ma tu sei e sarai sempre il miglior medico di te stesso, usa il cuore e la mente per ogni scelta che fai: da te e dalle tue scelte dipendono altre vite umane: prevenire è sempre meglio che curare, oggi più che mai!